La Bulgaria firma un accordo nucleare con gli Stati Uniti

Una vista aerea della centrale nucleare di Kozluduy in Bulgaria

L'accordo, il cui costo stimato si aggira intorno ai 15 miliardi di dollari, si basa sulla costruzione e la messa in servizio di reattori AP1000 e segna un cambiamento strategico per la Bulgaria, che si allontana dalla dipendenza dall'energia russa.

L'accordo è stato firmato il 12 febbraio dal ministro dell'Energia in carica Rumen Radev e dal sottosegretario del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti Andrew White.

Si prevede che i nuovi reattori, ciascuno in grado di generare 1.000 megawatt, saranno operativi entro la metà del 2020.

Rafforzeranno la capacità dell'unica centrale nucleare bulgara, situata sulle rive del Danubio, vicino al confine con la Romania.

Originariamente dotata di sei reattori di origine sovietica, la centrale di Kozloduy è stata ridotta a sole due unità VVER-1000, per conformarsi alle normative dell'Unione Europea dopo l'adesione della Bulgaria nel 2007.

L'iniziativa rientra nella più ampia strategia della Bulgaria volta a diversificare le proprie fonti energetiche e ridurre la dipendenza dalla Russia.

Lo scorso giugno, la Bulgaria ha firmato un accordo con il consorzio statunitense Westinghouse per la costruzione dei reattori. L'accordo si aggiunge a un accordo di approvvigionamento di combustibile con il gruppo, che inizierà a metà del 2024.