Cosa potrebbe significare il nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea per l’edilizia

Un nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea introdurrà una tariffa base del 15% sulla maggior parte delle esportazioni europee, mantenendo al contempo dazi più elevati sui principali input edilizi, come acciaio e alluminio.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump stringe la mano alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dopo l'annuncio di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea. L'incontro si è tenuto a Turnberry, in Scozia, Regno Unito, il 27 luglio. Immagine: Reuters/Evelyn Hockstein Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump stringe la mano alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dopo l'annuncio di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea. Immagine: Reuters/Evelyn Hockstein

L'accordo, annunciato il 27 luglio, prevede anche deroghe per i beni strategici e impegni a lungo termine dell'UE per l'acquisto di prodotti energetici e di difesa dagli Stati Uniti.

Il quadro potrebbe influenzare le strategie di approvvigionamento, la domanda di infrastrutture e la pianificazione dei progetti negli anni a venire.

Ecco tre punti chiave per il settore edile.

1) I costi tariffari sui materiali europei restano elevati

L'accordo impedisce un conflitto commerciale più ampio, ma lascia in essere notevoli pressioni sui costi dei principali fattori di produzione.

Mentre la maggior parte dei prodotti dell'UE esportati negli Stati Uniti saranno soggetti a una tariffa standard del 15%, i dazi sui prodotti in acciaio e alluminio rimarranno alti fino al 50% per alcune categorie, a seconda dell'origine e della classificazione.

Sebbene l'accordo riduca l'incertezza rispetto alle precedenti imposte statunitensi, potrebbe aumentare ulteriormente la volatilità delle offerte e dei budget per progetti con catene di fornitura transatlantiche. I contraenti che si riforniscono di materiali o macchinari specializzati dall'Europa, tra cui acciaio strutturale, vetro da costruzione o attrezzature di sollevamento e perforazione, potrebbero essere i più colpiti.

2) Gli investimenti dell’UE nell’energia e nella difesa degli Stati Uniti potrebbero stimolare la domanda di infrastrutture

Nell'ambito dell'accordo, l'UE si è impegnata a stanziare oltre 750 miliardi di dollari in importazioni di energia e 600 miliardi di dollari in investimenti militari e industriali nei prossimi tre anni.

Non sono stati divulgati dettagli completi, ma si prevede che gli impegni sosterranno lo sviluppo delle infrastrutture legate ai terminali GNL, alla trasmissione di energia, all'ammodernamento della rete e alla produzione di difesa.

Ciò potrebbe creare opportunità a valle per gli appaltatori nei settori dell'ingegneria, degli appalti e delle costruzioni, in particolare nei settori dell'energia e della logistica.

3) Alcuni input sfuggono alle tariffe in base alle disposizioni zero-per-zero

L'accordo prevede delle eccezioni che, secondo quanto riferito, eliminerebbero completamente i dazi per categorie specifiche, come apparecchiature per semiconduttori, componenti aerospaziali e prodotti chimici e materie prime selezionate.

Sebbene non siano direttamente mirate all'edilizia, queste esenzioni potrebbero avvantaggiare le aziende che si riforniscono di componenti per infrastrutture energetiche, sistemi di automazione o produzione avanzata. Gli appaltatori coinvolti in progetti industriali su larga scala potrebbero ottenere flessibilità su importazioni selezionate, soprattutto quando i sistemi di fabbricazione europea svolgono un ruolo nell'assemblaggio o nella fabbricazione degli impianti.

Tuttavia, l'elenco dei beni esenti resta limitato e non sembra includere i materiali da costruzione principali.

Prossimi passi

L'accordo sarà attuato in più fasi, con le prime disposizioni che entreranno in vigore il 1° agosto tramite decreto esecutivo. Sono attesi ulteriori chiarimenti sui meccanismi di attuazione e sulle esclusioni tariffarie.

Nel frattempo, gli appaltatori con relazioni di fornitura attive con l'UE o con esposizione ai mercati della difesa e dell'energia dovrebbero rivedere le ipotesi di approvvigionamento e monitorare gli appalti futuri legati agli investimenti infrastrutturali tra Stati Uniti e UE.

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