Edifici a energia netta zero in crescita del 29% entro il 2027
03 gennaio 2024
Secondo un nuovo rapporto della società di intelligence tecnologica globale ABI Research, il numero di edifici a consumo energetico zero in tutto il mondo registrerà una significativa espansione nei prossimi anni.
Grazie agli imperativi climatici, al sostegno politico e alle tecnologie in fase di maturazione, si prevede che il mercato crescerà a un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 29% fino al 2027.

"Dato che gli edifici rappresentano oltre un terzo del consumo energetico globale, il settore immobiliare è sottoposto a una pressione crescente per adottare l'obiettivo di zero emissioni nette", spiega Dominique Bonte, Vicepresidente dei mercati finali di ABI Research.
“I governi, le aziende e la società in generale riconoscono il ruolo fondamentale che gli edifici svolgono nella riduzione delle emissioni e dell’uso di energia”.
Nonostante rappresenti attualmente solo lo 0,023% degli edifici globali, il segmento net-zero sta guadagnando un forte slancio, afferma ABI Research. Il rapporto prevede oltre 5.500 edifici commerciali e residenziali net-zero a livello globale entro il 2027, rispetto ai 1.200 del 2022.
Il rapporto evidenzia che l'evoluzione è abilitata dai progressi nell'ambito dell'energia rinnovabile, del software di efficienza e dei materiali sostenibili. Il solare fotovoltaico, il riscaldamento geotermico e l'accumulo di batterie rendono realizzabile la generazione di energia a zero emissioni di carbonio in loco.
Oltre a ciò, i sistemi di gemelli digitali e i software di gestione degli edifici di aziende come Siemens, Schneider Electric e Univers ottimizzano le prestazioni.
Le regioni che guidano la carica edilizia net-zero includono Nord America, Europa occidentale e centri urbani progressisti nell'Asia Pacifica. Si dice che politiche di supporto, leadership tecnologica e consapevolezza del clima guidino questi mercati.
"Esistono ormai tecnologie che rendono fattibile su larga scala l'energia a zero emissioni nette", conclude Bonte dell'ABI.
"Ma l'ecosistema immobiliare deve continuare a collaborare tra edilizia, politica, finanza e tecnologia per renderlo accessibile e attraente per i proprietari a livello globale".
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